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Dopo aver appreso dal prof. Byram Bridle, già nel maggio scorso, del “grave errore“ dell'inoculazione di una proteina tossica via “vaccino” (“pensavamo che la proteina spike fosse un ottimo antigene bersaglio, non una proteina patogena responsabile quasi interamente da sola di un danno al sistema cardiovascolare, legandosi ai recettori delle piastrine e all'epitelio causandone aggregazione e coaguli, nonché, attraversata la barriera emato-encefalica, danni neurologici” –; dopo aver appreso dal dott. Peter McCullough di studi preclinici che suggeriscono che le nano-particelle lipidiche in realtà vanno dritte nel cuore perché, essendo “il cuore a esprimere la proteina spike, il corpo attacca il cuore”; dopo aver saputo dal dott. R. Hodkinson che “i vaccini mRNA danneggiano anche gli organi riproduttivi maschili” perché “le proteine ​​spike si esprimono sia nella placenta che nei testicoli”, prospettando così, oltre all'infertilità maschile, anche l'incubo dell'interruzione di gravidanza per le gestanti (tra le innumerevoli, Mamma vaccinata incinta: il neonato muore dopo il parto con sangue al naso e alla bocca. Rapporto VAERS); dopo aver sentito ribadire dal prof. Mariano Bizzarri in Audizione al Senato che «noi stiamo immettendo milioni di copie di un RNA che produce una proteina che è potenzialmente tossica, la Spike, che di per sé può dare tutta una serie di problemi, che non sono stati studiati. Noi stiamo, cioè, esponendo la gente a una proteina TOSSICA... »; dopo aver appreso da un altro studio americano che la risposta immunitaria non solo al coronavirus ma a qualsiasi altro patogeno, è divenuta più compromessa e debole in un vaccinato che in un non-vaccinato (tesi rilanciata anche dall'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, vedi trafiletto da Allarme dal Regno Unito: i vaccinati rischiano di essere immuno-depressi a firma dott.ssa De Mari su La Verità del 29 dicembre) perché la proteina spike – in una specie di presa di potere e “auto-affermazione“ sanitaria sul sistema immunitario – si localizza nel nucleo e inibisce la riparazione del danno al DNA, impedendo l’immunità adattativa; dopo questa ed altre decine di notizie di questo tenore, – ma soprattutto dopo aver rifiutato il calvario di una possibile invalidità o reazioni

avverse, se non addirittura la morte improvvisa, che non il Signore ci ha richiesto, ma solo il suo attuale “amministratore delegato“ e alcuni “filantropi“ atei i cui intenti di caccia all'uomo in vista di una riduzione della popolazione mondiale (il 2020 ha visto l'apertura ufficiale di questa una stagione di caccia) sono sempre più rivelati – vedasi il diabolico e irrazionale perseverare nel voler addirittura estendere l'imposizione e somministrazione a tappeto a) di una proteina dannosa, fallimentare e desueta, dato che che quel virus “non esiste più“ a b) categorie quali quelle dei giovani e addirittura dei bambini, che notoriamente non corrono alcun rischio –; dopo tutto questo disastro, dicevo, c'è la buona notizia che proprio la minoranza di “untori“ no-vax, colpevoli secondo la vulgata di aver infinitizzato con il loro egoismo il ciclo pandemico rifiutando il proprio braccio all'ago delle multinazionali, potrebbero fare la differenza quando, fra breve, l'insorgere di tumori e malattie autoimmuni tra gli “altruisti” superstiti, richiederà un cospicuo apporto di sangue non “danneggiato”. Come ha detto la dott.ssa De Mari dal palco triestino lo scorso ottobre, per evitare il collasso della società (perseguito da iFilantropi suddetti) “c'è bisogno di almeno un 20% della popolazione che resti sano quando le malattie auto-immunitarie cominceranno ad arrivare. Ci dev'essere almeno un 20% della popolazione che sia ancora in grado di donare il sangue e soprattutto il midollo”. Magari proprio quando il sistema sanitario ormai esanime, non volendo più curare, offrirà loro la fine della sofferenza con l'anti-medicina dell'eutanasia, che molti, in quanto non credenti, purtroppo accetteranno.

Ecco che allora in mezzo a lupi, e a pecore che letteralmente non sentono più l'odore dei pastori (seguendo così dei falsi pastori) si va organizzando questo piccolo resto, liquidato e paragonato troppo sbrigativamente a dei “sorci”: “Ci hanno paragonato ai topi”, ha arringato la De Mari dal palco, “io dico che esistono le pecore ed esistono i lupi, ma noi siamo i cani da pastore”, e ancor meglio, aggiungo, i cani del Buon Pastore, i Domini canes, che corrono con una torcia in bocca e infiammano il mondo di verità e carità. Così, “fino a quando esisteranno i cani da pastore, i lupi non passeranno”. Anche qualora dovessero passare.



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