I comunisti mangiavano il Bambino, come oggi L'Unione Europea. Il Natale dei dittatori.

Il Giornale è venuto in possesso di «un documento per circolazione interna» contenente «nuove linee guida per una “comunicazione inclusiva“» dell'Unione Europea che «hanno dell'incredibile». Il documento, chiamato Union of Equality, contiene le solite follie a cui la politically correctness dei cosiddetti liberal e "democratici" americani ci ha abituato ormai da un ventennio e che consistono essenzialmente nell'utilizzo delle vittime (minoranze etniche, religiose, sessuali) come armi di nuova divisione in vista di un definitivo livellamento e persecuzione dell'uomo – per chi ha letto René Girard: nell'uso del cristianesimo in senso anti-cristiano, che è poi l'ultima carta spendibile dal Nemico nella storia della Salvezza. Lo avevamo già visto con la follia della sostituzione di genitore1–genitore2 a Padre–Madre (abolita da Salvini ma reintrodotta dalla Lamorgese) nella carta d'identità, con l'abominio della compravendita di un essere umano, l'utero in affitto, ipocritamente ridenominata “gravidanza per altri” e con la vera e propria isteria indifferenziatrice dell'utilizzo della x (*) al posto del genere sessuale – singolare compresenza di super-differenze e super-indifferenziazione (Union of Equality) che coincide a ben vedere proprio con quel Great Reset (grande azzeramento) in cui ci si danno così gran pena di introdurci. Ettore Gotti Tedeschi ha fatto notare come il Great Reset altro non sia che il “vecchio“ Nuovo ordine mondiale di Kissinger di fine '60 primi '70 rivisto, emendato e opportunamente corretto per il nuovo millennio. Immutate però, in tali progetti, restano l'odio e la persecuzione del Bambino, di Maria SS e della Sacra Famiglia (come si vede l'anti-modello di riferimento di tutti gli azzeramenti suddetti) che li accomuna alle vecchie dittature socialiste – la cancellazione del Natale (una «schifosa festa borghese»), sostituita dai bolscevichi con la festa dell'Inverno, dovrà dirsi per l'Ue “periodo delle vacanze”, e addirittura il divieto di utilizzo dei nomi cristiani (al posto di “Maria e Giovanni” si dovrà dire “Malika e Giulio“) ecc.

Riportiamo di seguito un istruttivo articolo del 27 dicembre scorso di Francesco Agnoli, Il Natale dei dittatori, sulle inquietanti, ed “eternamente ritornanti“ analogie tra passato e presente, come se il nostro tempo sempre di nuovo ci mettesse di fronte alla medesima scena dell'Apocalisse di Giovanni: “E Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato... ” (Ap 12,4).

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Il Natale dei dittatori

Il Settimanale di Padre Pio, n° 49, 27 dicembre 2020

I più grandi nemici dell’uomo e della civiltà si sono adoperati per depotenziare la festa del Natale, sostituendola con festività naturali e riti neopagani. Feroci dittatori, temevano il Bambino di Betlemme!

Il Natale è una di quelle feste che hanno civilizzato l’umanità, insegnando il rispetto per la vita, per i deboli, gli innocenti, la sacralità della famiglia... Per questo sono stati i peggiori nemici della civiltà, a cercare di abbatterlo. I primi a sradicare le feste religiose, il Natale e la Pasqua, furono i comunisti. Francine-Dominique Liechtenhan, nel suo Il laboratorio del gulag (Lindau, Torino, 2009), ricorda gli sforzi del PCUS per spingere i cittadini a festeggiare l’inverno al posto del Natale, e la rinascita primaverile della natura al posto della Pasqua. «Nei tempi antichi, quando si celebrava il culto delle piante e degli animali ignorando l’ipocrisia della Chiesa – recitava un testo della propaganda –, l’umanità festeggiava quel giorno e celebrava ingenuamente le forze della natura». Per i comunisti il Natale era una «schifosa festa borghese», che venne abolita per molti anni, e poi sostituita, a partire dal 1935, con il Capodanno, cioè con una ricorrenza laica. Rimaneva il vecchio albero di Natale, ma con un significato del tutto nuovo: nessun riferimento a Gesù, ad un bimbo in fasce, ma palline con la faccia dei “salvatori” Lenin e Stalin, stelle dell’Armata Rossa, statuette di uomini politici o di elementi naturali (limoni, pannocchie...). Nella Germania comunista si insegnava ai bambini: «Lenin ha spiegato che quest’epoca in cui non esisteranno più le lacrime ha un nome: non si chiama Natale né primavera. Tenete a mente questa parola difficile: si chiama comunismo» (1). Anche i nazisti preferivano le festività naturali a quelle religiose. Come noto Aldolf Hitler riteneva il Cristianesimo «un’invenzione di cervelli malati», «fandonie», «superstizioni» buone per le contadine, gli operai, ma non per le persone colte ed intelligenti (2). Il Führer disprezzava profondamente l’idea dell’Incarnazione, essendo convinto negatore di ogni dimensione trascendente: ad essa preferiva la reincarnazione; al Natale la festa del solstizio. Per questo si adoperò per depotenziare la festa, in parte sostituendola con riti neopagani, legati alla “rinascita del sole”, in parte mutandone il significato, decristianizzandola. Il tutto all’interno del tentativo di «sostituire il calendario nazista all’anno cristiano», creando una quantità di cerimonie che si svolgevano, di solito, la domenica mattina, «con l’intenzione di distogliere la gente dall’andare in chiesa» (3). Sotto il nazismo, ricorda lo storico Paul Ginsborg, in Famiglia Novecento (Einaudi, Torino 2013), «le famiglie furono incoraggiate ad accogliere nelle loro case i simboli del regime, addobbando l’albero di Natale con bandierine naziste ed esponendo la foto di Hitler». L’albero di Natale andava bene: bisognava però scollegarlo dalla Tradizione cristiana, e riagganciarlo a quella pagana. Per questo era chiamato “albero di luce” o “albero di Yule” ed era sormontato dalla svastica, simbolo solare, e non dalla croce. Il Natale stesso veniva chiamato più volentieri Rauhnacht (“L’aspra notte”) e il canto Astro del ciel venne riscritto, sostituendo il Salvatore Gesù con il salvatore Hitler. Persino Babbo Natale, e cioè san Nicola da Bari, venne restituito alla paganità: venne trasformato in Odino. Anche Benito Mussolini, che pure non arrivò mai ad imporre agli italiani la sua visione, aveva una certa avversione per il Natale. Se ne trova traccia in vari articoli dell’epoca in cui era socialista e direttore de l’Avanti («Il Natale cattolico è una mistificazione. Cristo è morto e la sua dottrina agonizza»), nel suo Diario di guerra, ma anche più tardi, nella stagione del fascismo. Ne abbiamo testimonianza, per esempio, nelle memorie di Galeazzo Ciano, così come in quelle di Quinto Navarra, che nel suo Memorie del cameriere di Mussolini (Longanesi, Milano 1946) scrive: «Mussolini odiava la domenica e le altre feste comandate dell’anno. Starace, che conosceva questa antipatia di Mussolini, fece ufficialmente vietare le celebrazioni dell’ultimo dell’anno e l’uso tradizionale dell’albero di Natale. Il Natale riconosciuto divenne soltanto il Natale di Roma e l’inizio dell’anno da festeggiare non era il 1° gennaio, ma il 28 ottobre, principio dell’anno fascista». Note 1) Citato da E. Neubert, I crimini politici nella RDT, in Il Libro nero del comunismo europeo, Mondadori, Milano 2006, p. 381. 2) Hitler, Conversazioni a tavola, Goriziana, Gorizia 2010. 3) George Mosse, La nazionalizzazione delle masse. Simbolismo politico e movimenti di massa in Germania dalle guerre napoleoniche al Terzo Reich, Il Mulino, Bologna 1975, pp. 92, 104, 230.

[ fonte - https://www.settimanaleppio.it/dinamico.asp?idsez=21&id=2496 ]

“Questa è l'ora vostra, e il potere delle tenebre”

In un paese che da almeno un decennio, con la “deposizione“ dell'ultimo governo regolarmente eletto nel 2011 (Berlusconi IV), è governato ormai di fatto e dichiaratamente dall'esterno col pretesto di continue emergenze – finanziaria prima con la crisi pilotata dei debiti sovrani, e “sanitaria“ poi con l'imposizione di modi e stili di vita che superano ampiamente la questione sanitaria, tutte affrontabili solo con decretazione d'urgenza, con buona pace del regolare iter democratico-parlamentare di discussione ed emendamento delle leggi – non stupisce come il Presidente del Consiglio in carica (non eletto, certo, ma neanche più espressione elettorale della maggioranza del popolo) inviti a Palazzo Chigi l'eminenza grigia volta a volta operante e decisiva nel disporre delle faccende italiane, il fondatore e presidente esecutivo del cosiddetto “World Economic Forum“ Klaus Schwab. Se l'analogo precedente nel 2017, con il “filantropo“ e

speculatore internazionale George Soros (autore nel 1992 di un dimagrimento delle nostre riserve auree di 40 miliardi di lire) in visita ufficiosa a Palazzo Chigi da Paolo Gentiloni, aveva suscitato qualche perplessità, questa volta l'incontro è stato annunciato ufficialmente dall'Ufficio della Presidenza del Consiglio “quasi che Schwab”, come rilevato giustamente da Maurizio Blondet, “fosse un capo di stato” e non un privato cittadino, facendo così capire a chi di dovere “che il governo italiano è agli ordini di Schwab e del suo progetto del grande Reset. Attenzione però”, ha precisato poi il giornalista, “perché gli italiani credono che Draghi ci metterà l'economia a posto, riceverà fantastiliardi dall'Europa ecc, ma se il progetto è il grande Reset”, si tratterà di “aggravare la situazione economica, come di fatto avviene quando in questi giorni si realizza un lockdown col pretesto di una quarta ondata, distruggendo scientemente l'economia, vedi le disdette nel turismo ecc...” [cfr. la recente intervista Il consenso informato è come il patto del dr. Faust – Maurizio Blondet].

Ora, come e da dove sia possibile che, una volta scardinato l'ordinamento democratico col sistema delle emergenze, degli illustri sconosciuti spuntino ogni volta a rimodellare e a indirizzare – non si capisce a nome di chi e con che mandato – quella che dovrebbe essere l'ordinaria vita e prassi democratica di un paese, è presto detto: dalle società parallele che in età moderna presero ad appestare l'Occidente come dei sotto-governi--ombra. Tradizionalmente la massoneria viene "fondata" a Londra il 24 giugno (festività di San Giovanni Battista di cui l'affiliato massone dovrebbe essere una sinistra ripetizione, profetando all'opposto il Grande Architetto dell'Universo, cioè l'anti-Cristo) del 1717. Ora il Grande Azzeramento non è altro, infatti, che un progetto anti-umanistico (e in quanto tale anti-cristico) di stampo massonico. Non ci si lasci ingannare dagli illuministici ideali di “fratellanza“ e “solidarietà“ sbandierati dalle logge assieme a un concetto di libertà più simile a una tracotanza greco-arcaica, perché la loro prassi politica (il “progressismo“), una cultura fondata sul sacrificio umano e sulla morte (aborto, eutanasia, utero in affitto, meticciato e via dissolvendo...), è la cultura oscurantista per eccellenza. E il fine del Grande Azzeramento, dietro la foglia di fico dell'ecologia e della “sostenibilità“, è quello della riduzione di una cospicua fetta di epopolazione mondiale (il pianeta non "sosterrebbe" più di un terzlo, o della metà, degli attuali abitanti) e in ogni caso la fine del benessere e della proprietà privata con la “trasformazione di tutti i beni in servizi” (WEF: “You'll own nothing. And you'll be happy, Non possederai nulla. E sarai felice“).

Si ricorda in proposito una vecchia dichiarazione alla "Deutsche Press Agentur" del compianto principe Filippo di Edimburgo (passato lo scorso aprile, come dicono loro, al cosiddetto "Oriente eterno") che verbalizza perfettamente lo spirito anti-umano e dunque satanico (dacché satana è il primo avversario storico e metastorico dell'uomo) della massoneria, alla quale il principe era ovviamente appartenente: “Se potessi reincarnarmi, mi piacerebbe tornare come un virus mortale, per contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione” (un buddista avrebbe potuto pensar male, ma le date non tornano).

È di questi giorni anche la notizia che il più famoso divulgatore “scientifico“ dello stivale, Piero Angela, già pianista jazz, 12 lauree ad honorem (lui mai laureato, “non gli interessava“ ), ma anche economista e scienziato del debito pubblico, sia sbottato in un ristorante di Torino pretendendo che qualcuno gli controllasse il lasciapassare verde: “ho dovuto urlare per farlo verificare [...] il controllore deve controllare, punto”. Perché il punto è il diritto (re-settato) “ad esserci“ che lui elitariamente ha. Mai snobbare uno snob. Lei non sa chi sono io. Ebbene, Piero Angela, classe 1928, è figlio di Carlo Angela, medico (1875-

Non costumi da Visitors ma, pare, costumi lituani in uso all'Università KTU. Idem per il corni caprini dorati del professore sullo sfondo.

1949), politico, antifascista e soprattutto massone di “33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato”.

Ma come, o cosa, si diventa, mi ha ricordato giustamente Marilena su twitter, al 33° grado della piramide massonica?

La risposta può averla, e fornircela, solo un fuoriuscito, viste l'omertà e la segretezza che avvolgono i riti d’iniziazione e d'ascesa ai diversi gradi della piramide, ed è presto detto: al 33° grado si diventa Corpo mistico di satana. L'anti-Eucaristia. Salvezza dell'anima a parte, non proprio un bel vanto.

È la testimonianza del dott. Cesare Minelli, chirurgo pediatrico ed ex massone tornato nel 1982 al cattolicesimo grazie alla moglie. Il dottore racconta di come, uscendo dalla società segreta, venne sottoposto con l'inganno a un trattamento riservato ai “fratelli frammassoni riottosi”, un rito di possessione diabolica (dell'anima di un “confratello“ defunto), attraverso un progressivo addormentamento del corpo, “una defunzionalizzazione degli arti progressiva che arriva a mettere in stand-by il cervello, e dunque la volontà”, così da render possibile “la possessione diabolica“. Ma l'addormentamento della mente non andò a buon fine, interrotto da un'Ave Maria e da un Padre Nostro che il dottore, vedendosi sopraffatto, recitò prontamente a invocare la protezione di Dio. La massoneria dunque, dichiara il dott. Minelli nell'intervista sottostante che consiglio a tutti di vedere, “è una setta satanica vera e propria. Dagli studi esoterici, al 18° grado parte l'applicazione dell'esoterismo, ossia spiritismo e magia; dal 24° si diventa milizia di satana, dal 28° al 33° corpo mistico di satana". Questa è la realtà della massoneria”.

Per parte mia non so, e non posso sapere certo se sia già iniziata la grande tribolazione prevista da San Giovanni (Ap 7,14) eppure oggi, anche noi in attesa che ci vengano a prendere come il Signore sul Getsemani, come Lui possiamo dire a questi anziani e instabili potenti della terra: “Questa è l'ora vostra, e il potere delle tenebre” (Lc 22,53).