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Cri­stic­chi è l’anti­doto con­tro l’euta­na­sia – Il brano del can­tante a San­remo denun­cia il dramma dei defi­cit cogni­tivi degli anziani, che si pos­sono e si devono pre­ve­nire, senza togliere la vita a chi ne è affetto. Il testo dell’arti­sta rispetta in pieno il coman­da­mento: «Onora il padre e la madre» (La verità, febbraio 2025)


Il testo della can­zone «Quando sarai pic­cola» di Simone Cri­stic­chi è magni­fico. Mi sono venute le lacrime agli occhi. La can­zone è un rag­gio di luce per tutti, e soprat­tutto per tutti i figli che danno cura a tutti quei pazienti, più di un milione, che hanno defi­cit cogni­tivi e per i quali tutti stanno offrendo come unica solu­zione l’euta­na­sia. Per inciso, l’Alz­hei­mer può e deve essere pre­ve­nuto, da quando avete 40 anni, anzi da quando ne avete 20, tenete sotto con­trollo la gli­ce­mia e l’omo­ci­steina, eli­mi­nate glu­tine, ridu­cete il lat­to­sio. Le vita­mine D e B devono sem­pre essere ai limiti supe­riori della norma. Fate eser­cizi cogni­tivi. In edi­cola tro­vate quella magni­fica pub­bli­ca­zione che è la Set­ti­mana Enig­mi­stica, stu­diate il latino o una lin­gua stra­niera, leg­gete almeno otto ore la set­ti­mana, non guar­dato la tele­vi­sione per più di tre ora la set­ti­mana, gio­cate a scac­chi, a dama e a bridge, fate almeno dieci ore la set­ti­mana di atti­vità fisica, suo­nate uno stru­mento. Ai primi segni vostri o altrui com­prate il libro La fine dell’alz­hei­mer di Dale E. Bre­de­sen e seguite le com­plesse istru­zioni. La can­zone di Cri­stic­chi rias­sume il coman­da­mento «Onora il padre e la madre». Il verbo ono­rare ha il signi­fi­cato di ono­rare un debito.

Anche il testo della can­zone  di Cri­stic­chi Ti rega­lerò un rosa, sull’uma­nità all’interno degli ospe­dali psi­chia­trici, è com­mo­vente. Ho sco­perto che Simone si batte con­tro l’infi­bu­la­zione (io ho scritto un romanzo su que­sto, Il Gatto dagli occhi d’oro), infi­schian­do­sene anche lui dell’oscena affer­ma­zione della antro­po­lo­ghe bab­bee «è la loro civiltà». Simone è con­tro l’abo­mi­nio della gesta­zione per altri, ha por­tato sul pal­co­sce­nico l’orrore delle foibe e di un esi­lio atroce, e per que­sto è con­si­de­rato un fasci­sta, nazio­na­li­sta e qual­che altra brutta cosa. E que­sto mi ha fatto venire un dub­bio atroce sul gior­na­li­sta che ha pre­teso che tutti gli orga­niz­za­tori di San­remo lo ras­si­cu­ras­sero sul loro non essere fasci­sti. Non c’entrava nulla una dit­ta­tura morta da set­tanta anni. Que­sti appiop­pano l’agget­tivo fasci­sta a chiun­que non con­di­vida le loro tra­gi­che e cri­mi­nali sce­menze. Tra quelli scesi in campo con­tro Simone tale Luca­relli Sel­vag­gia, una che aveva augu­rato a noi non vac­ci­nati di diven­tare pol­ti­glia verde e che si vanta di aver abor­tito, più di una volta. Si vanta cioè di essersi tro­vata nella pan­cia un figlio suo, un bam­bino unico e irri­pe­ti­bile, e di averlo fatto smem­brare per­ché aveva altro da fare, a spese dei dis­san­guati con­tri­buenti ita­liani. L’utero è mio e me lo gesti­sco io è la pro­messa non man­te­nuta che ci viene fatta da decenni. Gesti­sco vuol dire con i miei soldi, non con quelli dello stato. Chi siamo noi per giu­di­care? Quelli che aspet­tano una riso­nanza sei mesi per­ché i soldi della sanità ven­gono sper­pe­rati in aborti da gente troppo sprov­ve­duta per non tro­varsi nella pan­cia un figlio che non vuole. Sono stata in una sala ope­ra­to­ria dove si face­vano aborti: la boc­cia dell’aspi­ra­tore piena di san­gue e pol­ti­glia ros­sa­stra in cui nuo­tano pic­cole teste e parti di cor­pi­cini smem­brati è una delle cose più nau­seanti che io abbia mai visto. La più nau­seante in asso­luto è l’eco­gra­fia, dove si vede que­sta crea­tura che si muove con i suoi movi­menti dolci e armo­nici, che diven­tano spa­ven­tati e scom­po­sti quando le pinze ad anello affer­rano il collo dell’utero. L’eco­gra­fia mostra il bimbo, un fol­letto di 5 cen­ti­me­tri solo con­tro tutta la sala ope­ra­to­ria, che cerca con le manine di allon­ta­nare la sonda che sta per smem­brarlo, e di rifu­giarsi nella parte dell’utero più lon­tana. La signora Luca­relli ha guar­dato l’eco­gra­fia e la boc­cia piena di san­gue e pezzi di bimbo? Chi si arroga il potere di vita e di morte dovrebbe avere gli attri­buti per guar­dare. Lei ha diritto di abor­tire per­ché il corpo è suo, io ho diritto di non pagar­glielo per­ché la coscienza è mia. L’aborto è una scelta, il sistema sani­ta­rio nazio­nale deve pagare solo le neces­sità (stesso discorso per i folli inter­venti di castra­zione che fin­gono di cam­biare il sesso). Anche per­ché le scelte pos­sono essere rim­piante. Se gli aborti fos­sero a paga­mento, dimi­nui­reb­bero dell’80%. Il 95% delle donne è in grado di pro­cu­rarsi 3.000 euro, magari facen­do­seli pre­stare. Se non lo è, aumen­terà l’atten­zione. Nel caso faranno una col­letta per lei gli iscritti al par­tito radi­cale e Luca­relli Sel­vag­gia. Non with my money. Tu hai il diritto di abor­tire, io ho in diritto di tro­varlo ripu­gnante e di non volerlo finan­ziare.

A San­remo c’è stato anche un tizio avvolto in veli rossi come il san­gue che poi si è strap­pato per mostrare il torace nudo e depi­lato. Il tizio con il torace nudo e liscio come il sede­rino della bam­bola Bar­bie, era cir­con­dato da bal­le­rini vestiti come i mili­ziani dell’isis, cioè come indi­vi­dui che hanno sparso morte e dolore. Erano vestiti così i mili­ziani che il 15 feb­braio del 2015 hanno sgoz­zato sulle rive del Medi­ter­ra­neo 21 mar­tiri copti vestiti con tute aran­cione che invo­ca­vano il nome di Gesù Cri­sto. Riguardo il video di quel mar­ti­rio almeno una volta la set­ti­mana. Quel video dovrebbe essere tra­smesso da ogni tele­vi­sione almeno una volta la set­ti­mana. I mili­ziani vestiti di nero come i bal­le­rini hanno mas­sa­crato a stu­prato a Mosul, sono il sim­bolo del ter­rore e del dolore per mol­tis­simi cri­stiani e per le altre mino­ranze. Bam­bini cri­stiani sono stati cro­ci­fissi a Mosul, bam­bine cri­stiane e yazide sono state ven­dute come schiave ses­suali. Qual­cuno ha pen­sato che vestire i bal­le­rini come assas­sini e tor­tu­ra­tori fosse diver­tente.

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