“Fui chiamato Dolindo, che significa dolore... una scala misteriosa che dalla terra poggia nel cielo
- Don Dolindo Ruotolo
- 19 nov 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 5 apr 2022
19 novembre – 51° anniversario del beato transito del Servo di Dio Dolindo Ruotolo (1882-1970)

Il dolore è anche più nobile e bello, perché è stato santificato dal Verbo di Dio fatto carne. Gesù Cristo assunse sopra di Sé tutti i dolori dell'umanità, ed in ciascuno di essi depositò il tesoro del suo amore e dei suoi meriti. Ogni dolore, quindi, sofferto in unione con la sua Passione, vi unisce a Lui, vi fa partecipi dei meriti suoi, è come animato e vivificato da Lui. Voi soffrite, Egli apprezza Dio per voi, lo Spirito Santo vi congiunge a Dio con l'amore. Questo dolore santo vi rende ad immagine di Dio, perché voi soffrendo gli presentate il Verbo suo umanato, e vi rendete compiacenza di Dio; soffrendo, meritate ed amate. Il dolore sofferto in unione con Gesù genera, quindi, una vita interiore elevatissima, ed accende nell'anima poco per volta quell'amore che la libera da se stessa, e la congiunge a Dio.
Il dolore vi fa conoscere voi stessi e genera l'umiltà; l'umiltà attrae la grazia e vi accende di amore. Il dolore libera l'anima dalla schiavitù del corpo, acuisce naturalmente la sua mente; esso genera la riflessione ed intensifica la vita dello spirito. Il dolore trasportato nel campo dell'anima sospinge a Dio, lo fa conoscere, conoscendolo ne fa vedere l'ordine e l'amore, la provvidenza e la carità, e genera quindi l'amore.
L'amore è il più sublime dei dolori. L'anima amando Dio lo conosce come sommo bene, geme perché sospira a Lui. Questo gemito profondo così nobile, la concentra nella vita mistica che è semplice contemplazione di Dio, ed amore elevatissimo a Lui; anzi, congiungimento con Lui. Il dolore è una scala misteriosa che dalla terra poggia nel cielo: il dolore del corpo attiva la mente; il dolore dell'anima la eleva; lo spasimo nella elevazione la sublima in una vita di unione con Dio.
Questa è la sintesi.
Il dolore, però, dovendo vincere la povertà e la miseria umana, ha un cammino lungo, perché la creatura tende continuamente a ritornare nella sua miseria, sperando di evitare il dolore. L'uomo non si eleva così semplicemente, ma sente in sé continue reazioni interne ed esterne, che deve vincere; ed ecco perché la via del dolore è lunga e faticosa. La creatura non apprezza la preziosità del dolore perché non ama Dio veramente, e cerca solo se stessa. Essa perciò fugge dal dolore, e spesso, invece di elevarsi, si abbassa nella sua miseria, non ritrovando in realtà che maggiore dolore!
Dovete sempre guardare in alto se volete che il dolore vi perfezioni e vi riempia di amore! I dolori disperati vi concentrano in voi stessi e vi torturano spaventosamente. Persuadetevi che il dolore è una via, quando è sofferto per amore; diventa uno stato, quando è concentrato nell'anima.
Guardate la via del Cielo: vi trovate prima le spine che vi pungono; allungate il passo, poiché sono le spine della siepe, andate oltre e troverete le rose. Anche esse pungono… e voi andate avanti fino a che non trovate il giardino carico di frutta, dove riposerete e troverete il pascolo.
(Don Dolindo Ruotolo)
תגובות