Leggi ingiuste si possono infrangere
- Ermanno Bencivenga
- 7 feb 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 13 feb 2022
Cacciari si è fatto iniettare il booster perché «le norme si rispettano: Socrate insegna». Sbagliato: i grandi filosofi e gli attivisti hanno sempre praticato la disobbedienza civile.

Di Ermanno Bencivenga
È imbarazzante criticare un collega in base a una dichiarazione riportata da un giornale; ma di questi tempi simili dichiarazioni con tanto di prestigiosa (più o meno autentica) paternità hanno pesato influsso sull'opinione pubblica quindi è doveroso fare il possibile per liberarne tutta l'inconsistenza.
Ho detto «collega» e mi affretto a precisare collega in quanto insegnante di filosofia. Ripeto da tempo che trovo ridicola l'etichetta di filosofo fa più parte dei media personaggi di ogni genere e spesso di precaria integrità intellettuale e morale. Dice, allo stesso tempo, troppo e troppo poco. Troppo poco perché tutti siamo filosofi, quando ci interroghiamo sul senso della nostra vita e delle nostre scelte. Troppo perché, se vogliamo chiamare i filosofi coloro che si sono meglio distinti nella disciplina di interrogazione, occorrerebbe aspettare qualche decennio, se non qualche secolo, per separare il grano dal loglio. Eppure, anche come semplice insegnante, una persona ha un minimo di autorevolezza sociale e dovrebbe procedere con cautela e con saggezza nell'amministrare questa risorsa.
La dichiarazione del collega, nei termini in cui il giornale l'ha citata, suona. «I filosofi obbediscono alle leggi, anche quando le ritengono totalmente folli. Socrate insegna. Il tutto come premessa (e giustificazione), sembra, ad aver accettato la somministrazione di una terza dose di vaccino. Rimanendo inteso che «i filosofi» nella storia non si sono trovati d'accordo su quasi nulla, e ci sarebbe da stupirsi se avessero raggiunto un consenso quasi un anime proprio su questo tema, vediamo di capire.
In primo luogo, occorre distinguere fra leggi giuste e ingiuste («folli» ha un carattere emotivo e personale: io trovo folle che ci sia gente che fuma ma non mi sognerei di considerarlo ingiusto e di proibirglielo). Nel dialogo platonico cui il collega Fa ovvio riferimento, il Critone, Socrate non dice mai di essere stato condannato in base a leggi ingiuste; a un certo punto anzi dà la parola proprio alle leggi (di Atene) perché gli ricordino quanta buona cura si sono prese di lui nel corso degli anni. I suoi avversari al processo hanno manipolato il sistema giuridico per ottenere una condanna il suo biasimo nei loro confronti a privo di esitazioni; lui stesso però non intende giungere alla loro violazione della legge una sua propria, evadendo dal carcere in cui rinchiuso, e preferisce morire innocente.
Scelta sofferta e da rispettare ma anche scelta che aperto un dibattito millenario del quale menzionerò solo una tappa. Nel quinto libro dell'Etica Nicomachea Aristotele senza menzionare Socrate ma facendo chiaro riferimento a casi come il suo, afferma che, di una legge giusta, occorre rispettare non la lettera ma lo spirito: fare ciò che lo stesso legislatore avrebbe fatto se fosse stato al nostro posto. Occorre, se è opportuno, dare mostra di equità: la virtù che consente di stabilire quando va fatta un'eccezione alla lettera di una legge. Andava fatta un'eccezione per consentire a Socrate di sfuggire a una condanna ingiusta.
Ma veniamo ora le leggi che giuste non sono. Qui tutti gli archetipi della moralità sembrano effettivamente convenire: una legge ingiusta non va obbedita. Dalla parte opposta troviamo solo dei criminali, che tentarono di legittimare le loro azioni infami sostenendo di avere obbedito a una legge: i gerarchi processati a Norimberga, Adolf Eichmann durante il processo di Gerusalemme. A proposito di quest'ultimo Hannah Arendt – lei sì vero e grande filosofo – trovò le sue patetiche scuse una dimostrazione della banalità del male.
Che cosa suggerisce dunque il collega? Che a Norimberga e a Gerusalemme si dovessero mandare tutti gli imputati a spasso perché, seguendo le (presunte) unanimi indicazioni dei «filosofi» avevano obbedito alle leggi? Che avessero torto gli indiani ispirati da Gandhi e i neri ispirati da Martin Luther King nel praticare disobbedienza civile? Il che vuol dire, tanto per essere chiari: disobbedienza a leggi ritenute ingiuste?
Ovviamente è possibile che il collega ritenga giuste le leggi promulgate dal nostro scalcinato governo, ma allora lasci perdere la buonanima di Socrate e si faccia vaccinare anche 10 volte in allegria. Ed è possibile che quel che ha detto sia stato riportato o capito male, citato «fuori contesto» o qualche altra diavoleria che lo assolve agli occhi propri e altrui. Lo spero per lui: non ho nessun interesse a fare polemica personale. Mi importa solo che frasi pericolose circolanti nella conversazione pubblica vengono smontate come meritano, chiunque le abbia dette o non dette.
(La Verità,15 gennaio 2022)
Comments