- Anna Maria Canopi
- 12 feb 2022
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È facile vedere le colpe degli altri e non le proprie [...] consideriamo il racconto del rinnegamento e immediato pentimento di Pietro, durante il processo di Gesù:
“Alla serva che fissandolo disse: «Anche questi era con lui», Pietro negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente”.
Commenta Sant'Ambrogio: "Non leggo nel Vangelo che cosa disse Pietro, trovo soltanto che pianse. Leggo che pianse, non leggo che abbia cercato di scusarsi: ciò che non può essere difeso, può essere purificato. Le lacrime confessano la colpa senza tremare, le lacrime confessano il peccato senza offendere il pudore, le lacrime non domandano il perdono e l'ottengono. Capisco perché Pietro non parla: è per non accrescere la gravità della colpa esigendo troppo presto il perdono. Prima bisogna piangere, e ciò equivale a dire che prima bisogna pregare. Buone sono le lacrime che lavano la colpa. Piangono coloro che Gesù guarda. Pietro ha negato una prima volta, e non ha pianto, perché il Signore non lo aveva guardato. Ha negato una seconda, e di nuovo non ha pianto, perché ancora il Signore non aveva rivolto lo sguardo verso di lui. Nega una terza volta: Gesù lo guarda, ed egli pianse amaramente (cfr. Lc 22,61-62). Guardaci Signore Gesù, affinché noi sappiamo piangere i nostri peccati" (Commento al Vangelo di Luca, X, 86)
(Anna Maria Canopi, La Santa Messa)